I tesori verdi dei Giardini Reali - Il Parco un’opera d’arte Ville Aperte

I tesori verdi dei Giardini Reali - Il Parco un’opera d’arte Ville Aperte

Con Giorgio Buizza

Partenza Ingresso pedonale da Via Boccaccio

Percorso Scala della facciata sud Villa Reale – Scalone della facciata est Villa Reale – Laghetto tempietto, finte rovine, torretta – Perimetro est e risalita di un tratto lungo la Roggia – Muro perimetrale lato sud (ex Hockey).

Arrivo – Cancello pedonale di via Boccaccio. 

Lunghezza percorso m 1.500 circa.

L’agronomo Giorgio Buizza condurrà una visita guidata alla scoperta della disposizione degli alberi del Parco creata per realizzare quinte e varchi, dei filari piantati per orientare le visuali su oggetti lontani, della modellazione delle chiome dei grandi alberi per esaltare gli elementi del paesaggio. Durante il percorso si tratterà anche il tema della necessità di manutenzione costante per conservare il paesaggio nel tempo e dell’impiego dell’acqua come elemento di arricchimento del Parco. 

In collaborazione con: Novaluna APS

ombrello L'evento si terrà anche in caso di pioggia, portate l'ombrello

Contributo È richiesto un contributo

Contributo È richiesta la prenotazione

accessibile L'evento NON è accessibile per persone con disabilità motorie

I percorsi sterrati sono difficoltosi per il movimento delle carrozzine per disabili quindi sconsigliati


 

Approfondimento a cura di Giorgio Buizza

 

PERCORSO 1
VILLA REALE E PAESAGGI

La Villa Reale è accessibile da più parti; l’avvicinamento più celebre e scenografico percorre viale Cesare Battisti lungo il prestigioso viale alberato che immette nell’avancorte e nella corte d’onore fino allo scalone che conduce al piano Nobile.

E’ poi presente un secondo accesso, ortogonale al primo, per chi proviene dal centro città ealtrettanto scenografico. Da piazza Citterio si percorrono i Boschetti Reali lungo il Viale Eugenio de Beuaharnais fino alla facciata sud della Villa Reale dove il  collegamento tra città e Giardini è più diretto perché non è presente una cancellata ma solamente una ringhiera con paracarri di pietra e un piccolo fossato.

Tutto il percorso è alberato e ombreggiato con impianto geometrico di alberi in doppio filare (platani nei Boschetti e tigli nei giardini) per giungere ad uno spazio antistante la Villa anticamente destinato alle rose.

Già il Tazzini, architetto di corte, verso la metà dell’800, si era accorto della necessità di allargare la visuale e di tenere sgombro il cono ottico centrale tra la piazza e la Villa. Le fronde delle piante erano cresciute al punto da “inquinare” la visuale sulla facciata della Villa e proponeva, nel 1853, di eliminare i due filari centrali di alberi, troppo vicini tra loro, per allargare la visuale e fare in modo che la Villa fosse visibile fin dalla piazza Citterio (allora Piazza Augusta) e dal “Re de Sass”.

Il Tazzini non fece in tempo ad attuare questa modifica e i successori aggravarono la situazione piantando frondosi platani (lungo il viale centrale dei Boschetti) e lasciando crescere le chiome dei tigli nel tratto interno ai giardini.

Chi transita oggi per piazza Citterio nemmeno si accorge che là, in fondo, nascosta dal fogliame, c’è la Villa Reale. In questo caso gli alberi non aiutano a valorizzare il paesaggio ma lo negano, lo accorciano, lo banalizzano. Non sempre i grandi alberi con le grandi chiome sono la migliore espressione paesaggistica; in questo caso gli alberi del viale centrale dovrebbero essere di taglia ridotta, eventualmente controllati nel loro sviluppo da saltuarie potature fatte per garantire la persistenza del cono visuale.

Una peculiarità dei  Boschetti Reali è quella di aver svolto una funzione di connessione tra Giardini Reali e città nel momento in cui i primi, in passato, erano chiusi al pubblico.

L’accesso ai Giardini da via Boccaccio avviene attraverso due cancelletti di minima dimensione posti agli estremi di un breve fossato protetto da una semplice ringhiera di ferro e da paracarri di pietra.

Visivamente pare non esserci interruzione tra Boschetti e Giardini Reali. Lo sguardo supera facilmente la linea  di perimetrazione. In tempi recenti ringhiera e paracarri non sono più stati considerati come limite invalicabile, perciò, sono state installate recinzioni di pessima qualità estetica.

La grande via Boccaccio a quattro corsie realizzata negli anni ‘60 del Novecento per facilitare lo scorrimento veloce dei veicoli, costituisce una barriera invalicabile al timido pedone diretto in Villa tanto da aver richiesto la realizzazione di un sottopasso, mentre la vecchia via Boccaccio, di ridotte dimensioni e aderente al muro di cinta dei giardini è diventata un parcheggio.

Suggerimenti, proposti a più riprese, di interrare la via Boccaccio o almeno di ridurne il calibro, sono rimasti finora inattuati.

Superato il cancelletto di ingresso e superato il fossato ci si immette in quello che fu il “Giardino dei fiori e delle rose” ottocentesco.

Nello spazio a sud della Villa sono rimaste quattro aiuole inerbite di forma romboidale con un albero di tasso, a sagoma vagamente conica, al centro di ciascuna aiuola.

I filari di tigli che circondavano il giardino delle rose, cadenzati da distanze regolari tra loro, ora con molte fallanze, con sagome irregolari delle chiome, anziché dare l’impressione di un ordine geometrico, danno la sensazione della casualità e della irregolarità dell’impianto. Il cannocchiale centrale, in teoria salvo, è in realtà ostruito delle fronde dei tigli.

 

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Fig. 1 – Situazione al 1829. Organizzazione dello spazio a sud della Villa. Archivio del Comune di Monza

 

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Fig. 2 - L’arch. Tazzini, nel 1853, propone l’eliminazione dei due filari centrali di olmi (in colore giallo) perché disturbano la visuale verso la Villa Reale, sostituendoli con doppi filari di Robinia umbraculifera, a sviluppo più contenuto, e mantenendo i tigli laterali che caratterizzano l’impianto arboreo dei Boschetti (questa proposta non fu mai attuata). Ingrandimento di un dettaglio della Fig. 3. Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano.

 

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Fig. 3 - Studio per la sistemazione a verde dei Boschetti Reali. La parte ovest fu realizzata ed è tuttora riconoscibile nella disposizione attuale degli alberi; la parte est non fu mai attuata nella disposizione geometrica qui rappresentata, ma nel decennio successivo al 1960 fu realizzato un impianto arboreo secondo i canoni paesaggistici “all’inglese” privo di allineamenti e geometrie, tuttora esistente. Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano.

 

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Fig.4  e 5 - I platani dei Boschetti e, in successione, i tigli del Giardini Reali nascondono la Villa Reale a chi proviene dalla città passando per Piazza Citterio. Per riconoscere la facciata sud della Villa bisogna superare almeno la barriera della Via Boccaccio e delle auto in sosta. Foto di Giorgio Buizza

 

Dall’ingresso sud si prosegue fino allo scalone di accesso al primo piano nobile della Villa sul lato est.

Una regola per valorizzare in senso paesaggistico l’impianto arboreo è quello di lasciare dei coni ottici liberi da vegetazione arborea, così che lo sguardo possa andare lontano, fino al limite della proprietà, e se l’ambiente lo consente, oltre il limite della proprietà fino all’orizzonte lontano. Oppure lo sguardo deve spaziare al di sopra delle cime degli alberi, ma serve, per questo, un osservatorio sopraelevato.

Lo scalone est della villa Reale offre una piacevole testimonianza, anche se, col passare del tempo le intuizioni originarie sono andate perdendosi.

Lo schema sotto riportato propone una molteplicità di visuali attraverso l’impianto arboreo dei Giardini Reali; la gran parte di queste visuali è andata perdendosi proprio in conseguenza dello sviluppo incontrollato delle chiome degli alberi.

Il laghetto non è più visibile dalla villa come pure la Cascina del sole. Rimane libero da ostacoli il cannocchiale centrale che scavalcando il Lambro arriva fino al muro di cinta di Via Lecco.

Altre due visuali, immerse completamente nella vegetazione, sono ancora percepibili ma hanno perso l’originaria profondità e paiono sempre meno significative.

 

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Fig. 6 – Dallo scalone di accesso sul lato est della Villa lo sguardo dovrebbe spaziare su un orizzonte verde a 180°. L’interruzione della vegetazione arborea consentiva originariamente di cogliere alcuni “oggetti” o alcune situazioni particolari: in senso orario: il laghetto e la Torretta, la Cascina del Sole, il Lambro e il Ponte delle Catene fino al limite del Parco, la collina delle conifere, gli edifici della lavanderia. Archivio del Comune di Monza

 

Il paesaggio con l’acqua: la roggia del Principe, il laghetto, i giochi d’acqua.

Per constatare l’importanza assegnata all’acqua merita ricordare che per dare al Parco acqua a sufficienza per necessità irrigue e per incrementare i punti di interesse, al momento della costruzione dei giardini fu necessario disporre delle sorgenti (comprate dal demanio) nell’alta Brianza (Monguzzo, Lambrugo) per immettere acqua nel Lambro e prelevarla poi a Sovico. Qui l’acqua venne addotta nei giardini con la costruzione della Roggia del Principe passando anche per il centro di Vedano al L.

Il Lambro nei pressi della Villa era a una quota troppo bassa e non si poteva spingere l’acqua su, fino alla quota della Villa Reale. Bisognava procurarsela a Monte e tenerla in quota fino al Parco.

A causa dell’urbanizzazione e del disinteresse a metà del Novecento la Roggia del Principe fu disattivata, in parte crollata a seguito delle alluvioni del Lambro, in parte trasformata in condotto fognario.

Ora l’acqua per alimentare il laghetto e il percorso successivo attraverso i giardini viene fornita da un pozzo presso cascina Bastia.

Non c’è dubbio che l’acqua arricchisce il territorio e il paesaggio. È sufficiente percorrere il sentiero sulla sponda del laghetto per restare affascinate dalle diverse visuali che si concentrano sulla fontana di Nettuno, sul Tempietto e sui grandi alberi che, grazie alla vicinanza all’acqua, hanno potuto diventare di dimensioni monumentali.

 

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Fig. 7 – Il Tempietto con la sua immagine riflessa sono elementi di grande interesse per il visitatori. Foto di Giorgio Buizza

 

Percorrendo il sentiero perimetrale che costeggia il muro di recinzione dei giardini si invertono le visuali. Si gode della vista del corpo centrale della villa Reale visto dal basso da differenti punti di osservazione.

L’osservazione prosegue nel tratto intermedio, nella parte bassa del pratone.

Si possono notare qui modesti esempi di “Ha Ha!” sistema di recinzione delle proprietà derivate dalla cultura anglosassone che ha la caratteristica di tenere gli animali al pascolo fuori dall’area da proteggere realizzando modesti avvallamenti o fossati, asciutti, privi di reti, di cancellate e di staccionate per non alterare il paesaggio con inutili inserimenti artificiali.

 

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Fig. 8 - La vista oltrepassa il limite dei giardini Reali per spingersi verso il centro del Parco. Per realizzare un vero
Ha Ha! non dovrebbero esserci né la cancellata in ferro né la vegetazione spontanea che ne fa aumentare il volume e l’effetto dividente. Foto di Giorgio Buizza

 

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Prima e dopo

Fig. 9 e 10 - Visuale del cannocchiale centrale verso il cancello di via Lecco prima e dopo l’intervento di riapertura della visuale mediante controllo della vegetazione arborea. Foto di Giorgio Buizza

Proseguendo il giro dei Giardini si ha l’occasione di rivedere la Villa Reale attraverso i varchi privi di vegetazione arborea appositamente realizzati.

 

 

Info:

Inizio evento Sabato, 14 Settembre 2024, 09:30
Termine evento Sabato, 14 Settembre 2024, 12:00
Luogo Giardini della Villa Reale di Monza
Aree tematiche Visite e percorsi, Ville Aperte

Iscrizioni all'evento esaurite.

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